domenica 28 giugno 2009

Strani giorni

Siamo come in una sorta di bolla sospesa nell'aria che non scende mai a terra e non si perde mai nel cielo.
Semplicemente fluttua, fluttua, fluttua. Poi moriamo.
Dopo la morte il nulla. E allora che cazzo viviamo a fare? Mangiamo, dormiamo e fottiamo. Tre ottimi motivi, e la pseudocrisi esistenziale si trasforma in una divertita analisi del senso della vita. Basta così poco per credere di essere felici! Questa è la grande fortuna dell'uomo.

Oggi, in questo pomeriggio afoso di fine giugno, ripenso a questa prima metà dell'anno che è praticamente volata, tra sorrisi e cazzate. Mi sento poco ispirato, butto giù un paio di poesie inguardabili e riordino il caos strisciante della mia stanza, che sta pericolosamente raggiungendo livelli di disgusto, persino per me. Intanto, nota positiva, il labbro ha risposto bene alle ripetute cure di: soluzione fisiologica, sapone antibatterico, risciacqui di colluttorio analcolico. Da ieri le crosticine fastidiose non si formano più, la pelle è guarita, il piercing è pronto ad essere maltrattato da cibo e lingua. Ora perciò ho una scusa in più per farmi guardare (con ancora più ribrezzo da preti e perbenisti) e un motivo in meno per vergognarmi della mia paura del dolore. Magari più in là mi farò martoriare anche la lingua, perché no. Poi, poi, vediamo un po' quali altre minchiate potrei raccontare. Ascolto a profusione una canzone che sono contentissimo di aver scoperto, e leggo di tutto fuorché i libri di testo (gli unici che dovrei divorare e che invece sono tristemente destinati a fare la muffa). Scopro anche che R. M. Rilke mi piace un casino, e inoltre per il mio compleanno passato da poco, mi sono stati regalati, tra le altre cose, un cd di Dente, uno di Marta Sui Tubi e un'altro di Max Pezzali. Quindi, a parte l'ultimo (non ho ancora deciso che farne, ma sto tramando), ne ho di musica di cui cibarmi, nei giorni a venire.
Last but not least, pianifico la fuga. Riflettendo sulle mie responsabilità, mi rendo conto di aver finalmente soppresso quel famigerato senso del dovere che quotidianamente uccide o peggio ancora rende angosciose le vite di tanti miei coetanei insicuri e con poca voglia di ribellarsi. E allora perché no? Basta con questa stupida farsa. Basta con questo stupido costume da uomo. Il mondo ha bisogno di me, solo che ancora non lo sa.

domenica 21 giugno 2009

Betelgeuse

Ho visto la tua umanità.
E sono di nuovo solo, come non lo ero da tempo.