venerdì 27 novembre 2009

Autentico

Voglio che niente possa ferirti, voglio che niente possa farti del male.
Non chiedermi perché un milione di parole non valgono un tuo sguardo.

Gli attimi si dilatano nell'immobilità. Mi sembrano un'eternità, e invece no, non lo sono affatto. Il mio problema è sempre lo stesso, io penso troppo. Devo andare via, il tempo ancora una volta si è preso gioco di me, mi ha fatto credere che la magia potesse durare all'infinito. Sono tornato, e mi tuffo nel dolore di una mancanza asfissiante. Adesso, stranamente, è tutto dannatamente facile. Il ricordo mi rende così forte che non potrò smettere di inseguirti finché non darai pace a questo vuoto insensato. E ti ritroverò ogni volta che avrò cessato d'adorarti per inseguire le mie illusioni, costi quel che costi, e placherai la mia sete, perché sei l'unica oasi che troveranno i miei occhi nel deserto delle imperfezioni. Perso, coi miei occhi nei tuoi. Non riportarmi mai più dov'ero, ti prego. La luce troppo forte mi accecava, e io, sciocco, che credevo mi facesse vedere meglio. E' tanta l'ombra ora! E' così tanta che la tua, di luce, è la sola che mi sta guidando, finalmente, a smarrirmi del tutto. Bisogni, paure, desideri. Sogni, sorrisi, silenzi. Tienimi con te e nutrimi delle tue incertezze perché io possa distruggerle, riaccendi la magia di nuovo, e fallo ancora quando nuovamente svanirà. Nei respiri della notte e nei vetri torturati dalle piogge non moriremo più.

lunedì 2 novembre 2009

Superba è la notte

Questo blog ha perso la sua utilità.
Mi sto ancora chiedendo quale fosse, a dire il vero. In questo momento ho la mente vuota e fluttuo in una giornata eterea e impalpabile come tante altre. Sono quasi convinto che a breve farò un piccolo fagotto di ciò che ne è stato di me, e lo stiperò da qualche parte. Un posto dove sarà facile tornare per dare una sbirciatina tutte le volte che tornerà la nostalgia. La svolta. Il passato è nelle tue mani, oggi è già domani, citando a caso. Rileggendomi, mi accorgo di quanto sono stato patetico e illuso nel poter pensare che il dolore mi avrebbe aiutato a risorgere. Ora ho gli occhi spalancati sulla mia vita e sento finalmente tra le dita la felicità: è materia, si muove, mi avvolge col suo alito caldo, allontana il gelo. La nebbia si è diradata, è bastata una voce rassicurante a guidarmi tra le ombre. Il dolore distrugge sempre tutto quello che la speranza mendica al cuore, e questa nuova consapevolezza mi sembra così luminosa quanto foriera di verità. Lapalissiano! E come in tutte le cose andrò in fondo. Fino a farmi male, fino a cadere nella polvere, tra le lame, con la carne strappata, fino a morire. Tutto passerà. Non ho altro da dire, davvero. Ultimamente mi meraviglio di troppe cose, e rimango senza parole, più ebete che mai. Comunque, tornerò ogni tanto a trovarvi.
Anonimo, so chi sei.
In ultimo: dispiace un po' per la Merini, ma la vita fa il suo corso, e la morte è il suo approdo naturale. Un sorriso, Alda.