venerdì 10 aprile 2009

Umiliato dal sonno

Fingiti me
per ingannare non serve il cuore
fingiti me
per l'insolenza non serve voce
entra in me
prendi anche il fiero stupore
se tu fossi me sapresti fuggire
al meglio gestire questo mio dolore
che in fondo mi diverte

riuscivo a stento a credere
che tu fossi pronta a concederti
e in quel momento avevo paura di me
è stato facile riuscire a non parlare
senza nascondere di provare
quell'imbarazzo che mi faceva sparire
sono stato il diversivo di una notte di neve
che non mi ha lasciato molta dignità
sono stato la tua unica soluzione
per dimenticare
la tua volontà

molto diplomatico il saluto
di rivederci e chissà quando
avrei voluto dissuaderti
per tenerti stretta ancora a me
non sono riuscito nemmeno
a guardare i tuoi occhi
che non volevano più parlare
sentire

2 commenti:

Asha Sysley ha detto...

Fingiti me, ricorda una sera di inverno mentre pioveva. Ricorda le sue mani in mezzo ai miei capelli.
Senti sulla tua pelle i suoi dolci baci e il mio non credere a quanto stava accadendo.
Fingiti me, senti tutte le dolci note amare e dolci provenire dalla sua pelle ambrata, sentila vibrare sotto le mie mani e alla fine adagiarsi sul mio petto, sfinita disillusa.
Entra nei miei occhi e vedi lei muoversi nervosa, pensierosa, imbarazzata.
Prova ad ascoltare le sue parole che entravano nel mio cuore come vetri laceranti. Sentiti una "prova", uno scherzo, un oggetto del piacere.
Infine sentiti invitare ad uscire dalla stanza mentre lei fuma una sigaretta appoggiata alla finestra di spalle. Sentila singhiozzare, piangere e non puoi toccarla, non puoi abbracciarla, puoi solo andartene.
E questa volta senza un arrivederci.
Io i suoi occhi che non volevano parlare, non li ho visti perchè se fossi riuscita a vederli e a capire veramente cosa chiedevano, l'avrei abbracciata.

Lorenzo ha detto...

noi siamo ciò che gli altri vogliono che siamo, magari solo per quella volta. Accontentiamoci di quel momento.