mercoledì 18 febbraio 2009

Sanguino nella tua bellezza

Venti minuti di ritardo. Ci scusiamo per il disagio.
Venti anni di ritardo. Ci scusiamo per l'intrusione.

Rosico.
E rosico come non ho fatto mai in vita mia.
Rosico, rosico, ma soprattutto rosico.
Rosico smodatamente e febbrilmente.
Vorrei che fosse chiaro, sì, sto rosicando.
Non per essere ridondante, ma ci tengo a sottolineare che rosico.
E non faccio altro.

Frustrazione.

Vorrei prendere a pugni il muro, e ridurmi le mani come Dae-su. Ma non ho le palle per farlo davvero, perciò mi accontento di dirlo tra me e me, e di immaginarlo. Non è la stessa cosa ma per un istante dà l'illusione che forse, un poco, aiuta.

Come quando hai davanti un pezzo di torta, della più gustosa che tu abbia mai visto. Ma ti dicono che puoi solo assaggiarne un pezzettino minuscolo, e che il resto non puoi toccarlo, che non è per te, e che anche volendo, non potresti mai averlo.

Poi torna l'alba e tutto ricomincia uguale a prima.
Si torna a perdere lentamente sangue senza ferite, un po' senza accorgersene, un po' perché in fondo lo si vuole, perché alla fine piace. Piace eccome.

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