Il piede incauto fa schizzare il fango
che la notte
e la terra umida non possono asciugare
fuori non piove più
e pesando ogni passo che mi allontana da te
sento che ricomincia dentro
ritrovandoti nel gelo intorpidito
sì, ora ricomincia a piovere
mi sposto dalla strada
su un cemento lucido d'insidie
panchine e infissi
in un modo o nell'altro mi troveranno
le angosce
pensare o non pensare a niente
panchine e infissi
credevano che non lo sapessi
che non ero solo
le angosce
t'avrei bisbigliato
che sono tuo e non sarò più d'altri
che foglie e alberi
avrebbero conservato quel segreto
che sarei tornato a bere nuove emozioni:
il vento e il sole
e le mani viola strette attorno ai polsi caldi
e baci sfamati nella tenera fragranza
del meriggio più atteso
e quel mare negli occhi e le parole dense
se pioggia e lacrime non si confondessero
avresti capito
che non posso permettermi
quest'eterna fame
avrei capito
immaginandoti come un treno in arrivo
che rallenta e non si ferma mai
guardo il cemento lucido
riflette, quasi acceca
perché la luna si sta alzando piano
ma tutto poi vi scivola
acqua e speranze
non mi libererò più di te
perché di te ho costruito
l'involucro di spini sul mio cuore
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