domenica 15 marzo 2009

Nostalgie (parte II)

Yamanote, Edo
1672, Kisaragi 2

Arriveranno, sono sicura. In questi ultimi tempi le cose sono cambiate in modo così rapido da non lasciarci nemmeno il tempo di pensarci su in modo serio. Molti in paese sono preoccupati, anche mio nonno. Mi dice spesso di non uscire di casa, soltanto se è urgente. Ma a volte capita che devo andare al pozzo a prendere l'acqua, oppure al mercato, o che devo recarmi da Kumitsu, nella parte alta della città dentro le mura, per badare ai suoi figli quando è via. Sono diversi mesi che vado, ogni due giorni circa, mi paga qualcosina e i soldi ci servono. Dovremo spostarci verso Tsukiji, lì il lavoro non è un problema, e questa inutile guerra sembra che non si spanderà fin laggiù. Eppure, riesco lo stesso a non lasciarmi prendere dall'ansia nonostante questa minaccia sempre più concreta che potrebbe giungere fin qui e spazzarci, nel tempo di un kashiwade, e altrettanto velocemente proseguire oltre. Io non ho paura, se devono arrivare, che arrivino.


Yoshino, Nara-Ken
1672, Yayoi 23

In un attimo di sosta durante questa lunga ed estenuante marcia, ne approfitto per riportare gli avvenimenti degli ultimi tempi. Mio nonno era felice, dopo aver incontrato Matsuo Bashou in persona. L'abbiamo incrociato, perché era diretto dalla parte opposta, verso Edo. L'ho visto di sfuggita, in realtà, poiché potevano entrare soltanto gli uomini nella sua tenda. Deve avere una grande stima nei suoi confronti, mio nonno; mi ha persino riportato un rotolo, racchiuso in un cilindro d'avorio riccamente decorato, su cui sono scritti dei versi, di pugno dell'autore stesso: "kashi no ki no, hana ni kamawanu, sugata kana". Me l'ha dato e l'ho ringraziato, sapevo che per lui significava tanto. Poi siamo dovuti ripartire, perché non avevamo tempo per fermarci, dovevamo proseguire. A tutt'oggi ci stiamo muovendo verso nord-est, le guide dicono che non manca poi molto, ci rincuorano tutto il tempo. Mio nonno è molto stanco, a volte lo faccio appoggiare un po' a me per alleviargli la fatica, anche se lui spesso fa l'orgoglioso e mi dice di non preoccuparmi. Ci sono dei giorni che marciamo anche per più di dieci ore, non c'è tempo, non c'è più tempo.

2 commenti:

Asha Sysley ha detto...

E' proprio quando "La quercia sembra non curarsi dei ciliegi in fiore" che tutto cambia.
Quando si crede in un ideale, se ne è anche parte del meccanismo e si comincia a dubitare che i propri ideali che ci hanno spinto a fare questo, non siano quelli di chi poi ci tira.

E quando la Quercia sembra non curarsi dei ciliegi in fiore ... tutto cambia, nei nostri cuori, nelle nostre azioni e nel sentore della vita.

Asha Sysley ha detto...

Ume ga ka ni notto hi no deru yamaji kana.
Shiho yori hana fuki irete nio no umi.
Kashi no ki no hana ni kamawanu sugata kana.

Al profumo dei pruni, d'improvviso, appare il sole, sul sentiero montano.
Da ogni dove, fiori di ciliegio entrano nel lago Nio.
La quercia sembra non curarsi
dei ciliegi in fiore.