mercoledì 13 maggio 2009

Che c'è di sbagliato in me?

Quando ero piccolo suonavo l'organo che c'era in casa che tutti dicevano che era di mio fratello anche se in realtà non era suo ma semplicemente era lui che aveva suonato con quell'organo tanti anni prima quando andava a scuola di musica e allora per questo motivo tutti dicevano che era il suo. Io volevo che fosse il mio e mi piaceva perché c'erano tante musiche belle da mettere ed era facilissimo perché bastava premere un tasto e partivano subito e tu eri lì e le ascoltavi e mentre lo facevi potevi anche premere i tasti bianchi e neri per suonare. I tasti colorati appunto erano melodie già registrate e potevi usarle come basi o come accompagnamento quando suonavi tu e non erano dello stesso colore ma c'erano quelli gialli quelli verdi e tanti altri ancora. Poi c'erano due grossi pedali neri sotto ma io non li usavo mai perché non li sapevo usare anche se ci avevo provato a usarli ma non mi era sembrato che il suono cambiasse granché e allora da quel giorno in poi non li ho più toccati. Erano sicuramente più belli tutti quei tasti bianchi e neri in fila che formavano un disegno che si ripeteva sempre uguale ogni sette tasti bianchi e non ricordo più ogni quanti tasti neri forse cinque chissà. Comunque gli strumenti che mi piacevano di più erano banjo e cello perché mi piaceva il loro suono infatti potevi anche cambiare strumento oltre a far partire le melodie ed era proprio il banjo quello che mettevo di più. Il tasto per accenderlo era nero e rotondo e bisognava girarlo e io certe volte ci giocavo girandolo prima a destra poi a sinistra poi di nuovo a destra così l'organo si accendeva si spegneva eccetera e un giorno mio padre mi rimproverò perché mi disse che se facevo così potevo romperlo e poi non avrei più potuto suonare ma io ho continuato a giocarci lo stesso quel giorno e infatti non si è rotto però poi non ci ho giocato più in quel modo perché ho pensato che era meglio non rischiare. Una volta mentre suonavo la corrente andò via ed io ero triste perché non potevo più suonare. Poi sono cresciuto e mio fratello mi ha regalato il suo vecchio nintendo col tetris e altri videogiochi del basket o dei fantasmi e poi mi ha regalato anche la playstation perché mi aveva detto che se non facevo arrabbiare mamma me la regalava e io ho fatto il bravo mi lavavo sempre i denti e non facevo capricci a tavola per le verdure e la sera per andare a dormire presto e quindi alla fine me l'ha regalata e io l'organo non l'ho acceso più e mio padre dopo un po' l'ha portato su in soffitta e adesso è lì e io ho paura che sia triste per colpa mia perché nessuno lo vuole più a parte la polvere.

1 commento:

Asha Sysley ha detto...

Mi è sembrato di parlare ad un bambino quando tutto in un fiato ti dice quello che ha fatto e i suoi problemi. Respira solo alla fine della frase per non perderla nella testa.
Che c'è di sbagliato in te? Direi proprio nulla. E' solo la costrizione di non fare quello che avresti voluto che ti fa star male e pensare di esserlo.
Ora lasciati andare, respira ad ogni parola e ricomincia da capo con un'altra ottica.
La storia potrebbe iniziare con:
"Sono andato in soffita e ho portato di sotto un organo ..."